IL DIARIO DI UN LEGNANESE CHE VIVE INTENSAMENTE LA CITTA' IN CUI E' NATO
PICCOLI AMICI,GRANDE FUTURO
Questi sono i ragazzi lilla del 2005,8 anni,oggi hanno vinto un torneo,vincere è bello,ma l’importante è partecipare,se non
partecipi,di certo non vinci,ma non serve partecipare per vincere
per forza,si lotta, si corre, e con un pizzico di bravura e un filo
di fortuna, chi infila più palloni in rete in genere vince…
I bambini con qualsiasi casacca sono splendidi per il coraggio ed
il vigore con cui lottano in campo,quelli di questa età poi,gestiscono
le partite senza arbitri,si spingono e si scalciano senza fare le
signorine fino a che c’è tempo da giocare…Fantastici questi campioncini…Mi domando però,come possano sopportare la
maggior parte dei loro allenatori,dei piccoli Mourinho che sbraitano
per l’intero incontro,convinti di stimolare i loro atleti,spesso usano
gesti di stizza per sottolineare gli errori,dimenticando che chi corre
in campo avrebbe bisogno di essere stimolato a fare meglio e non
ad essere frustrato per un passaggio sbagliato o per un gol
mangiato…Odio quelli che urlano in generale,nello sport direi
addirittura insopportabili,ma sarà un mio difetto,visto che si usa
in ogni sport urlare dalle panchine,i più bravi usano anche epiteti
e singolari infamie,ma quelli sono casi limite…
Poi ci sono gli spettacolari genitori,i quali come apprendisti ultras
vedono solo il loro piccolo dimenticandosi che il calcio è un gioco di squadra: loro sono contemporaneamente allenatori,arbitri e ultras
e spesso non vedono bei gesti tecnici,ma solo vizi e difetti di compagni e avversari e sugli spalti,basta poco,tipo due genitori
irascibili allo stesso modo,per scatenare discussioni molto edificanti
ed educative per questi ‘piccoli amici’ calciatori emergenti
con il difetto di avere solo 8 anni…
O raga,come siamo lontani dal capire che per ogni età ci sarebbero cose bellissime da vivere…Lo sport,il calcio,non può essere questa
cosa qui,almeno a 8 anni…Oggi ho visto la foto che vi posto qui sotto,roba di un secolo fa circa,quando questi bambini subivano il
sopruso dell’attività lavorativa in cosi tenera età…oggi le cose sono cambiate,ma guardandoli da vicino,pare non sia cambiato nulla:
adulti prepotenti,urlanti,disposti a tutto pur di schiacciare
l’avversario..Lo sport non è una guerra,è solo una metafora della vita,ricordiamocelo per noi,per i nostri figli,per i nostri nipoti…