IL DIARIO DI UN LEGNANESE CHE VIVE INTENSAMENTE LA CITTA' IN CUI E' NATO
EPPURE E’ STATA UNA SERATA PIENA DI SPUNTI
Giovedi sera abbiamo organizzato una serata al Leone da Perego
per parlare dei vissuti degli ultimi 70 anni del castello di Legnano,
quel castello che castello non lo è mai stato,ma il suo aspetto
ce lo ricorda e ci piace chiamarlo castello con il suo torrione,
i suoi buchi del ponte levatoio,le sue torri circolari e semicircolari.
Mario Villa,li dentro ci è nato e ci è vissuto fino a quando nel
1978 sua madre se n’è andata da li,2 anni prima,suo padre era
trapassato dopo aver trascorso dal 1938 una vita come contadino
in quel luogo.Si dal 38 al 78,quarant’anni di terre da coltivare,
di mucche da mungere,di vita agreste in una periferia poi
inglobata con un borgo divenuto città.
Nel 1931 il grande Guido Sutermeister,avrebbe voluto vederlo
cosi il prospetto del maniero,ma poi mori nel ’64 senza la
soddisfazione di vederlo realizzato,il castello insomma,non
si trasformò in CASTELLO come si intende generalmente,
diventò una fattoria anzi,e dopo la fattoria,venne abbandonato
e violentato e saccheggiato per quasi 20 anni,durante l’epoca 78
93 circa e nella serata,più di 60 foto sono state proiettate per testimoniare lo stato di abbandono di quel luogo in quegli anni
dove si doveva decidere che pesci prendere.Il Villa ha ricordato
la vita di quel luogo con 10 famiglie di lavoratori della terra,
dei disagi invernali e dell’Olona che riempiva il fossato d’acqua putrida,ma alla fine ha anche chiesto a nome di tutti i cittadini legnanesi,di ripristinare il vecchio portone di rovere giacente in qualche magazzino comunale,di rimettere una campanella nel suo luogo a fianco alla chiesetta di San Giorgio e di rimettere nella nicchia del cortile quel figuro giacente negli scantinati di
palazzo Malinverni,cosi da riportare un filo di storia in quel luogo
ora recuperato per eventi,feste ,mostre,convegni ecc,ecc
Chi non c’era,ha perso una bella serata,di notizie e di emozioni,
spero qualche giornale riporti almeno per sommi capi quanto
si è raccontato,poichè non si è detto solo di emozioni vissute,ma
si sono date anche notizie fresche sui prossimi lavori da
effettuarsi in loco sui ponti d’accesso per esempio e sulla prospettiva di allargare la skyline verso viale Toselli per dare
ancora più dignità ad un luogo che da 800 anni e più è li a far da testimone di trasformazioni di ogni genere,e chissà quanti segreti
potrebbe raccontarci,ma non lo fa perchè gli manca la favella.