IL DIARIO DI UN LEGNANESE CHE VIVE INTENSAMENTE LA CITTA' IN CUI E' NATO
OLTRE IL CATASTROFISMO
So da dove parto, non so dove arriverò… Dopo un tuffo nel passato, è il momento di dedicarsi anche alle fantasie per il futuro, e se è troppo pensare al futuro di un Paese intero, provo fantasticare sul futuro della mia città, che poi guardacaso, rappresenta la millesima parte ( a livello di abitanti ) di un’ Italia alla ricerca di se stessa. Dire che siamo in un periodo di crisi economica è raccontare una inutile ovvietà, chi non se n’è ancora accorto ?? I poveri, o gli ultimi della ‘scala sociale’ si possono permettere sempre meno, la famosa ‘classe media’ sta retrocedendo sempre più per andare ad
ingrossare la fascia alla base della piramide, oppure, impaurita dalla
‘crisi’, non spende più, o molto meno, mettendo in crisi il meccanismo del consumo, necessario per far sopravvivere un po tutti… Non dimentichiamoci che quasi un terzo della popolazione è pensionato, e i minorenni o studenti o giovani in cerca di occupazione, rappresentano quasi un altro terzo di tutto il ‘blocco umano’, infine c’è la ‘parte attiva’, quella che lavora, produce, ha in qualche maniera ‘un lavoro’, quindi uno stipendio, un reddito. Partiamo dalla ‘storia’, rappresentata dai pensionati: essi hanno il problema di come passare al meglio una vita di riposo, non dovranno più timbrare alcun cartellino, i più fortunati saranno nonni superattivi, i più sfortunati cominceranno a frequentare ospedali e case di cura, il capitale che hanno accumulato in vita, se lo hanno accumulato, spesso serve per tamponare ‘i vuoti’ economici dei figli in crisi, si aggiunga che una casa, la prima casa, il mattone per intenderci meglio, ha perso metà del suo valore negli ultimi 6-7 anni, e chi ha case in abbondanza, ora sono più un onere che una sicurezza. Quanto potrà durare ancora la storia di tassare i beni immobili ? Cinque anni ? Dieci ? Difficile dirlo, ma dieci mi sembrano troppi, in fondo, anche il cemento sembrava la panacea di tutta l’economia, fermato quello in maniera naturale (non serve più ) nessuno ha capito cosa si potrebbe fare di diverso per dare un reddito a tutti. Quindi, poco lavoro o meglio, non abbastanza per occupare tutti, perdita del potere d’acquisto, erosione del proprio capitale con fastidiose tassazioni che non si tramutano in progetti per il futuro.
Proseguiamo allora con la ‘fascia dei fortunati’, quelli che hanno un lavoro, uno stipendio, un reddito… Oramai lo dicono tutti: avere un lavoro è una fortuna, bello o brutto che sia è l’oasi nel deserto per chi non ce l’ha, ma nel mondo del lavoro, non ci sono solo operai,impiegati e dipendenti, c’è anche un imprenditoria soffocata, imprenditori esasperati da un sistema Stato che li vuole crocifiggere con burocrazia, tasse e balzelli di ogni genere: come fa un imprenditore ad avere fiducia nel futuro ? Ci sono produzioni particolari che non conoscono crisi, perchè nel mondo il ‘loro’ prodotto ‘tira’ e i margini sono più che sufficienti per fare sviluppo, ma c’è anche un manifatturiero che non regge la concorrenza di chi lavora al ribasso, ed inevitabilmente sarà costretto ad arrendersi, resiste chi fa lavori superspecializzati, per i ‘lavori’ semplici o umili la concorrenza si fa sempre al ribasso, è penoso accettare degli impieghi a 2-3 euro l’ora (e magari senza alcuna protezione assistenziale e assicurativa)…
Infine, abbiamo ‘i giovani’, coloro che più dovrebbero rappresentare il futuro, perchè loro, giocoforza, saranno destinatari + a lungo di quello che si progetta ora…Ma cosa si sta progettando ora per loro ? Mi sembra poco e niente, li si porta a 25 anni per una laurea e poi metà di loro non troveranno un impiego o peggio saranno costretti ad accettare ‘qualcosa’ per portare a casa un’elemosina, in attesa di giorni migliori… In questo quadro desolante, francamente ci sono due vie: una guerra che distrugga tutto o molto, per poter ripartire a ‘costruire qualcosa’ (diciamo il sistema all’americana) o inventarsi qualcosa, in fondo è dalle crisi che poi riparte sempre tutto. Bisogna però vincere questo desiderio di catastrofismo, di negatività, è necessario ‘crederci’ e Legnano è fatta per crederci… Chi avrebbe mai detto che nel 1176 un gruppo di scappati di casa messi insieme con 4 cavalli e 2 spade avrebbe cacciato il teutonico Barbarossa ?? Chi avrebbe mai detto che dopo secoli di zappa e aratri trascinati da buoi, una manciata di imprenditori illuminati avrebbe fatto diventare Legnano una fiorente città industriale? Sono segni del tempo, e forse destini, siamo dei privilegiati, nelle due guerre mondiali non ci hanno mai bombardato, quindi cari legnanesi, non è nemmeno un caso che solo noi e Roma siamo citati nell’inno di Mameli… E allora lo ripeto, l’idea per il futuro c’è: Legnano deve diventare la città del benessere e del divertimento, trasferito il ramo d’azienda ancora produttivo in zona industriale, tutta l’area ex Franco Tosi ed ex Manifattura di Legnano deve diventare un centro di eccellenze che punti al benessere dell’uomo, arti, fitness, piscine, campi sportivi, musei, moda, e tutte quelle iniziative che abbiano un denominatore comune al piacere dell’essere umano… Per fare ciò servono investimenti ? Certo, le banche cosa esistono a fare ? Gli imprenditori che rischiano perchè calcolano esistono ancora ?Abbiamo in città costruttori che non hanno lavoro, abbiamo architetti a spasso, dobbiamo trasformare a tutti i costi con un progetto di finanza quell’area nel cuore della città, mantenendo la caratteristica di una archeologia industriale che ridà il piacere a chi ha donato la vita per ‘il dovere’, e alla ex Franco Tosi in decine di migliaia hanno trascorso la loro vita per avere un reddito… Potrebbero lavorare in quell’area almeno 3 mila persone, con un grande progetto di finanza e promozione turistica, la Città vedrebbe il ricettivo rinascere ed in poco tempo diventare una delle attrazioni preferite per i turisti nostrani ed esteri… Perchè non crederci? Perchè fossilizzarsi su quello che è stato ed ora non è più ? Commissario Lolli, lei che ha in mano il pallino della situazione ascolti questo cretino, si faccia portavoce del lancio di questa idea, signori Trifone, voi che possedete le torri degli uffici della ex Tosi, credeteci e coordinatevi perchè quello diventi uno dei punti più appetibili e vivi della città, inventiamoci una nuova Tour Eiffel, per strabiliare il mondo… 110 anni fa pareva una follia progettare Palazzo Malinverni o l’Ospedale di Legnano, ma tutti contribuirono e la città ne guadagnò e noi ci godiamo i frutti, entriamo nella città metropolitana con una ‘scusa europea’, a questo punto, inventiamoci il nostro primato, la nostra particolare storia…Forse ha ragione Alberto Landoni che coi suoi calcoli esoterici dice e sottolinea che il nostro è un territorio ‘privilegiato’, ma immaginatevi la nostra città con un campo dei miracoli e la torre pendente…Immaginatevela con un ottovolante che raggiunga e sfiori la cima della ciminiera della Manifattura di Legnano, immaginatevi una città del piacere dentro la città stessa, con magari
qualche problemino di viabilità in più, ma certamente con un progetto futuro sostenibile e realizzabile…La finanza di progetto è un contratto col futuro, gli attori non mancano, serve volontà e ottimismo e chissà mai che la ventata di idee che arriverà da EXPO 2015 convinca un gruppo di persone a far partire una grande
opera che trasformi Legnano in un qualcosa di unico, direi una Venezia del piacere…( a Las Vegas cosa hanno fatto ? Era deserto è diventato ciò che sappiamo…). A costo di essere preso per un pazzo visionario, chiederei ai giornalisti locali di lanciare l’idea, che sa di follia, ma è sempre meglio dell’immobilismo in attesa della morte…
Inviterei da subito anche l’amministrazione comunale attuale a prendere in seria considerazione quanto proposto sopra, poi dal 2017 continueremo noi cittadini legnanesi l’opera e nel 2020 potremmo già essere pronti per l’inaugurazione… Assessore Luminari, mica penserà di tartassare per l’eternità i nostri concittadini vero ? L’ingegner Franco Tosi mori per mano di un suo operaio a soli 48 anni, i suoi 3 figli maschi morirono anche loro per
cause diverse a 48 anni, questo è un altro caso della vita, quindi se a Legnano non succede un 48, non è Legnano…