EL CUùR M’è ‘NEGHèR

http://www.legnanonews.com/news/1/44556/

Spero  nessuno si offenda per il titolo, è un  modo  dialettale  molto diffuso all’epoca in cui si parlava in dialetto per definire la grande qualità dell”uomo di colore’, si diceva anche “al laùra m’èn’nèghèr…

Lo spunto del post me lo da la notizia apparsa su

Legnanonews e che certamente farà il giro anche sulla carta stampata, ed è l’occasione per fare alcune considerazioni, visto

che l’ho vista condivisa da assessori e consiglieri comunali.

Appena arrivati questi 25 ragazzi africani sono stati piazzati in

uno stabile di amga in via Quasimodo nella villetta uffici dove

l’anno scorso c’erano (nel cortile) i container per l’emergenza freddo

dedicata ai rom ( e forse ci sono anche quest’anno). Il primo dubbio

che contestai fu: ma è dignitoso ricoverare 25 giovani in due stanzoni da 10+15 posti ? Secondo: ma qual’è il progetto su di loro ? Terzo: i ragazzi sono in carico ad un gruppo di comuni della zona

e ciascuno mette la propria parte per sostenere la loro accoglienza,

ma quanto durerà ? Tutti sanno che queste iniziative di accoglienza

provvisoria  sono foraggiate  con soldi pubblici che transitano

ad associazioni o onlus che percepiscono circa 35 euro al giorno

per la sussistenza degli ospiti, una piccolissima cifra giornaliera viene data in mano all’ospite per i suoi ‘vizi’…

Quando ero vicepresidente del Legnano calcio, qualche mese fa,

mi rivolsi direttamente agli assessori di sport e servizi sociali per

chiedere se non ci fosse nel gruppo qualche ‘fenomeno’ da poter

inserire nella squadra e dissi loro: “sai che botta di notizia sarebbe?”…Ci pensiamo, ci informiamo, fu la risposta, ora spunta

un atleta che corre… Non vorrei mai venisse usato come

‘vittoria del progetto accoglienza’, farebbe veramente tristezza…

La sensazione è che questi ospiti siano più ‘pazienti’ che uomini

liberi, mi sembra che si porti avanti un progetto ‘navigato a vista’

con la buona volontà di tanta gente, MA, nel momento in cui si

chiuderanno i rubinetti del finanziamento dell’accoglienza, si

urlerà  ‘liberi tutti, i fondi son finiti, andate in pace’…

Oppure mi sbaglio io, non sono informato, sapevo di un’esperienza

di accoglienza in via Romagna, ma finito il finanziamento si è

chiuso baracca e burattini, se a questi ragazzi non si propone un progetto da loro condiviso, che senso ha tutto questo ?

E allora, chi sponsorizza ed esalta questo progetto,

mi potrà domandare: ” tu cosa faresti ?”

Semplice, espletate le pratiche in cui si ‘mettono in regola’ questi

ospiti, in poco tempo si cerca loro una famiglia affidataria x poter

dare loro un futuro sostenibile, aiutando la famiglia stessa col contributo x sopravvivere diciamo x un anno, dopodichè i giovani

in questione dovranno camminare con le proprie gambe…

Questo significa dare un futuro, quello che si sta facendo è puro assistenzialismo, non può e non deve rimanere fine a se stesso,

non si gioca con la vita di nessun essere umano.

Spero sti ragazzi diventino tutti campioni in ogni disciplina, spero

trovino un lavoro, spero costruiscano una famiglia, ma onestamente

queste speranze senza progetti in questo particolare momento

storico mi sembrano chimere…Fossero arrivati negli anni 70, il giorno dopo avrebbero fatto i muratori, gli idraulici, i magazzinieri,

gli autisti, i camerieri…. Ma ora ? Quando poi sentiamo nei discorsi

da bar ‘perchè aiutiamo ‘loro’ e non i nostri figli, ecco, scatta la

guerra dei poveri e ciascuno può avere ragione da vendere…

Un’ultima considerazione relativa ai clandestini conclamati sul

territorio di cui tutti sanno e nessuno riesce a far nulla, con loro

cosa  si  fa ?  Possono  sempre  circolare  liberamente  perchè  non abbiamo i mezzi per contrastare il fenomeno ?

Dico cosi per sapere…Clandestino o profugo hanno significati

diversi, intenzioni diverse, ma ci vuole un attimo a trasformare un

profugo in clandestino…O no ?

3 Comments

  1. Quella di adottare un profugo è un'idea del sottosegretario agli interni Domenico Manzione, che alcuni mesi fa, ha presentato il suo progetto al tavolo nazionale sull' immigrazione, alla presenza dell'Anci e del terzo settore. Idea accolta favorevolmente dal Sindaco di Roma e che secondo me rappresenta un ottimo progetto di integrazione e controllo dei fondi publici. Ad ogni famiglia affidataria sarebbero corrisposti 30 euro al giorno per ogni persona cioè la stessa cifra che lo Stato italiano versa alle cooperative che gestiscono i centri di accoglienza, per un totale di 900 euro al mese che comunque entrerebbero nelle tasche delle famiglie italiane. L'ambiente familiare è sicuramente più accogliente di un centro "d'accoglienza, risolveremmo l'annoso problema, di fondi dati a cooperative, di cui molto spesso non si conoscono le finalità di utilizzo e i bilanci vedi " Mafia Capitale", le famiglie che aderiscono al progetto avrebbero comunque la possibilità di integrare maggiormente il soggetto all'interno della propria comunità. Una di quelle proposte che adotterei subito

    • Grazie per il tuo contributo Marinella…Non volevo 'essere originale' mi sembra che il buon senso in questo caso sia INDISPENSABILE per evitare speculazioni squallide, qualcuno è maestro in questo…

  2. INSERISCO LA MAIL DI RISPOSTA MANDATA DALL'ASSESSORE :
    Caro Daniele,
    Non è semplice rispondere in poche righe alle tue considerazioni, che sollevano tanti dubbi sul progetto di accoglienza dei cittadini stranieri ospiti del centro di via Quasimodo.
    Comprendo e rispetto le tue perplessità ma sono convinto della validità di ciò che stiamo facendo, stante il fatto che, pur muovendoci in un contesto molto incerto rispetto a tempi e prospettive, l'obiettivo principale dell'accoglienza delle persone ospitate, una volta soddisfatti i bisogni primari, e' quello di dare loro più strumenti possibili per incrementare le loro competenze, indipendentemente da quella che sarà la loro vita, la loro condizione giuridica e quelle che saranno le loro scelte.
    Il loro futuro dipenderà in gran parte da ciò che deciderà la Commissione territoriale di Milano in merito alla loro richiesta di protezione internazionale. Fino a quel momento sarà molto importante offrire loro diverse occasioni per relazionarsi il più possibile con il territorio, cercando di evitare il rischio di isolamento e di farli sentire solamente assistiti e poco protagonisti di quello che accade.
    Per questo e' stato firmato dagli operatori della Fondazione Somaschi e gli undici Comuni del Piano di Zona uno specifico protocollo d'intesa, secondo le indicazioni della Prefettura, al fine di coinvolgere tali persone in attività di volontariato, e sono stati avviati rapporti di collaborazione con numerose realtà associative: Casa della Carità, Uildm, Scuola di Babele, Auser, Ati Mazzafame, RiCiclo, Caritas, Parrocchie e oratori, U.S. San Vittore Olona.
    Presso il Centro di Accoglienza arrivano molte persone che danno il loro contributo a titolo volontario e in maniera più o meno costante, occupandosi dell'insegnamento della lingua italiana, di laboratori artigianali o di altre attività. Tutte queste iniziative sono state recepite molto positivamente dai ragazzi africani. Per il giorno di Natale diverse famiglie del territorio hanno condiviso il pranzo con qualcuno di loro ospitandoli a casa propria.
    Io non credo che tutto questo sia come dici tu "puro assistenzialismo senza senso"; credo al contrario che queste occasioni di relazione, questi scambi, questo reciproco dare e ricevere, possano costituire un bagaglio importante per il futuro di questi giovani, semmai un domani le nostre istituzioni dovessero riconoscere loro lo status di profughi ed essi si dovessero trovare nella condizione di dover "camminare con le proprie gambe".
    Da ultimo, io non credo che sia così semplice risolvere tutti i problemi come indichi tu, trovando "in poco tempo una famiglia affidataria per poter dare loro un futuro sostenibile". Potrebbe essere anche una buona idea ma… Sei proprio sicuro che ci siano così tante famiglie accoglienti e disponibili?
    Se così fosse, come mai i servizi territoriali per i minori fanno tanta fatica a trovare delle famiglie aperte alle varie forme di accoglienza e di affido?

    Dott. Gian Piero Colombo
    Assessore Politiche Sociali
    Coesione Sociale
    Politiche Sanitarie
    Città di Legnano

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