IL DIARIO DI UN LEGNANESE CHE VIVE INTENSAMENTE LA CITTA' IN CUI E' NATO
VILLA DE MARTINI MON AMOUR
Non ho mai nascosto il disappunto per la scomparsa di un vero e proprio monumento legnanese, situato a pochi passi dalla nota piazza Monumento con ‘l’Albertone’ che da 115 anni è li a tenerci compagnia, (solo qualche mese è scomparso, dal 2 dicembre 1989 al 20 ottobre ’90 per manutenzione straordinaria), tale opera, ci ha lasciato nell’anno 1970, ceduta al miglior offerente, cioè al costruttore del condominio che ora vediamo al suo posto, per soli 10 milioni di lire in più ( 110 milioni contro i 100 offerti dal Comune all’epoca dei fatti capitanato dal sindaco Luigi Accorsi che ritengo responsabile di questo errore), parliamo quindi di Villa De Martini, costruita nell’ultimo decennio del 1800 e ‘durata’ poco meno di 80 anni… Ho avuto il piacere di chiacchierare con l’avvocato Emanuele Valli, che in quella villa ci è nato nell’anno 1951, con emozione mi ha indicato la finestra esatta della camera dove ha iniziato a respirare ‘aria legnanese’.
Gustatevi la sua bellezza, gustatevi l’illusione di averla ancora, mentre si specchia sul palazzo Pensotti, ancora li bello e fiero della sua straordinaria linea piena di sorprese artistiche…
Caro sindaco Accorsi, ti tirerei un cartone in testa per non aver insistito alla morte per conservare questo gioiello, per soli 10 milioni di vecchie lire, ora abbiamo uno dei tanti palazzi, vero, con la recinzione dell’epoca e con le due colonne facenti parte del retro della villa, ma nulla di più, ti perdono perchè sei stato comunque un bravo sindaco per 15 anni, ma quando ti becco in paradiso fra una trentina d’anni, giuro che un ‘coppino’ te lo piazzo mentre sei distratto… Come nel caso specifico di questa straordinaria casa e il coppino vale anche pei il ‘Dio ti vede’, scomparve anche lui in uno dei tuoi mandati… Ma andiamo oltre, perchè le cose da raccontare sono tante, intanto focalizzate bene cosa c’è ora al posto della villa:
capito perchè sono un po deluso ? Ma quella villa di 600 metri quadri poteva già essere la nostra biblioteca da oltre 40 anni con un po’ di sana lungimiranza.
La villa, insisteva su un terreno che partiva da piazza monumento e arrivava fino in via Cairoli, con un parco recintato di oltre 5000 mq che solo i De Martini e gli amici potevano ammirare, negli ultimi anni, lasciato un po andare, la casa in effetti fu praticamente ‘abbandonata’ già nei primi anni 60 per gli esorbitanti costi di manutenzione ordinaria, vendettero allora parte del giardino dove ora c’è il condominio di via XXIX maggio 18, e appunto a fine anni 60, la villa col giardino restante… Emanuele Valli, mi ha accolto con grande cordialità, assieme alla figlia Emanuela, che ho scoperto seduta stante essere quella ‘bambina’ vista crescere grazie ad un’amicizia comune (suo fratellone Federico, era in classe con mio figlio alle elementari, ma queste sono carrambate personali…) e ho cominciato assieme a loro a guardare decine di cimeli, mobili, quadri presenti ora nella loro casa, e che hanno ‘vissuto’ in quella vecchia e gloriosa villa (sensazioni stupende vi assicuro). Quindi partiamo dall’inizio, cioè dalla fine dell’800 quando il bisnonno di Emanuele, Giovanni De Martini decide di costruire questa villa, in quel luogo dove c’era un vecchio cascinale che vi faccio vedere in un immagine del 1876 quando inaugurarono il monumento un po farlocco del 7° centenario della battaglia:
vedete li a sinistra ? Nel frattempo fate il conto di cosa c’era a Legnano all’epoca, si vede giusto san Magno e qualche casa bassa, il punto di osservazione del fotografo è circa all’imbocco del sottopasso, sicuramente da una vecchia casa che esisteva fino al 1965 epoca dell’inizio dei lavori per il nuovo collegamento con l’oltrestazione… Giovanni, uomo d’affari, conosce Legnano bene, ci tiene a stare lontano dalla scena politica, ama cacciare, l’arte e gli affari, tanto può bastare per ‘contare’ in un borgo che sta vivendo la rivoluzione industriale…Poi arriva il nonno di Emanuele, Costanzo De Martini, l’uomo che più ha sofferto per la distruzione della villa, avvocato anche lui dovette cedere ai tempi che cambiavano, non voglio immaginare il ‘dolore fisico’ di chi vede distruggere la casa della propria vita e nonno Costanzo in quella villa ci ha passato quasi tutta la vita, finendo la sua esistenza in uno degli appartamenti nati proprio al posto della ‘sua casa’. Non mi dilungo sulle parentele perchè interessano a pochi, sottolineerei invece alcuni aneddoti raccontati durante la serata da Emanuele, il più curioso forse è quello di una figura che compare nella toponomastica legnanese don Emanuele Cattaneo, il primo parroco della neonata parrocchia di san Domenico era un cacciatore ‘sui generis’, infatti, partecipava alle battute di caccia col suo fucile, ma la cosa bella è che alla fine lui prendeva poco e niente, ma con faccia tosta, andava a fare ‘la questua’ di selvaggina, con la scusa ‘dei poveri’ ed al furbetto, la carne non mancava mai mentre gli altri ‘mangiavano polenta’…Tè capì l’ don Emanuèl ? Sempre legati alla storia di san Domenico, c’è una notizia quasi da FBI: in qualche luogo nella chiesa di san Domenico sono certamente nascoste armi utilizzate dai partigiani di cui faceva parte don Carlo Riva… Sapevatelo, si potrebbe aprire una caccia al tesoro, la notizia non è una semplice indiscrezione… Ma attenzione, volete sapere a chi è appartenuta, anzi, chi ha costruito la casetta con dentro l’albero che si osserva dalla rotonda dell’ospedale su via Novara ? E’ presto detto, l’ha costruita e voluta il bisnonno Giovanni nel 1899, era una casetta di caccia in mezzo ai boschi, regolarmente accatastata, e dato che ci siamo, posterei il video della mia visita di qualche anno fa
In quella zona, qualche centinaio di metri più verso il centro, esattamente in via Pace, Emanuele giura ci sia una specie di ‘fossa comune interrata in cui si portavano marmi, colonne, reperti di finestre e cornicioni, piccole opere d’arte, sotterrate uso ‘riempimento’ nell’area alle spalle del ‘frantoio’ di via Novara, anche qui, vogliamo aprire una caccia al tesoro ? Tra le decine di racconti, è spuntata anche l’amicizia con il fondatore dell’anffas cittadina Flavio Barello oggi 93enne, colui che ha conosciuto ben 3 generazioni di De Martini, colui che di quella villa conosceva ogni angolo tanto l’ha frequentata…
Uno dei momenti più belli della serata è stato quando ho avuto in mano il primo catalogo delle biciclette Wolsit Legnano datato 1909
(non è quello che vi ho postato sopra, quello è del 1939), libricino formato 15×22 con tutta questa serie di bici da uomo e donna che costavano tra le 330 e le 450 lire !!! Solo averlo sfogliato è stata una soddisfazione, allo stesso modo, aver visto i lucidi del progetto originale è stato, come dire, emozionante ? Un ultima curiosità prima di chiudere: bisnonno Giovanni, comprò ettari ed ettari di terra nella zona dell’attuale ospedale poichè negli anni 20, sembrava già fatta per lo spostamento della ferrovia verso san Paolo, questo non avvenne mai, mentre a Busto questo successe, infatti come sapete, appena dopo la grande guerra, si modificò la curva dopo Legnano, il treno che prima percorreva viale Borri arrivando in viale Duca d’Aosta nel centro di Busto, per proseguire verso ‘i 5 ponti’ venne spostato dove è ora, oramai da quasi un secolo, cosa sarebbe stata Legnano con la ferrovia spostata verso san Paolo/ Mazzafame ? Credo di avere detto molto, forse non tutto, speriamo in altre entusiasmanti puntate con la storia e le sue storie vissute…
Foto restaurata da Raffaele Pupa