CON GLI OCCHI DI FRANCO

E’ appena trascorso il 117° anniversario della scomparsa dell’ingegner Franco Tosi, che ricordo con simpatia in questa immagine del 1893 assieme alla sua famiglia ed a suo padre, ma il post di oggi vuole essere una retrospettiva pensata con i suoi occhi, immaginando Legnano nell’ultimo quarto di secolo dell’800, quando non eravamo ancora insigniti del titolo di città, quando l’ing appena laureato ha cominciato a frequentare questo borgo, che noi abbiamo conosciuto come città, ma che lui ha vissuto come paese in una zona dove stava montando la rivoluzione industriale, dove all’epoca a Legnano abitavano 10 mila / 15 mila persone…Ma entriamo nel vivo della retrospettiva : la stazione del treno c’era, uguale a quella di adesso, solo che non c’erano le pensiline e i treni andavano a vapore, dove si è sviluppata la Franco Tosi c’erano vigneti e campi coltivati, il nuovo cimitero monumentale è stato inaugurato due mesi prima della sua morte, prima si veniva sotterrati nell’area dove ora ci sono le Bonvesin de la Riva, il monumento del Guerriero del Butti, lui non l’ha visto, tristemente poteva ammirare il basamento del monumento del Pozzi scioltosi nel 1876 perchè in cartapesta e gesso, anzi, quello forse fu il suo primo trauma arrivando a Legnano. C’erano sicuramente tanti caminoni dei cotonifici attorno al nostro centro, la basilica di san Magno e la piazza erano ridotte cosi

Franco avrà certamente goduto dell’inaugurazione del tram del 1880, ma non ha visto certamente nascere nè la Manifattura di Legnano nè la De Angeli Frua inizialmente Banfi, non c’erano le tre grandi chiese di inizio ‘900, e certamente non sarà mai salito su un auto, servendosi invece delle carrozze trainate da cavalli. Niente elettricità cittadina, con i suoi occhi negli ultimi anni di vita avrà visto crescere il villaggio di via XXIX maggio, ma non si è gustato certamente le officine di via XX settembre e le nuove case degli operai. Il Nostro Ing, non ha mai fabbricato armi, i suoi figli si nella grande guerra e le strade dell’epoca penso fossero tutte in terra battuta, nulla di più…L’acquedotto avrebbe avuto sviluppo subito dopo la sua morte, vicino a lui alcune belle ville come quella dell’on Carlo Dell’Acqua, sempre sulla 29 maggio

Corso Italia era via Vittorio Emanuele II, piazza san Magno era piazza Umberto I°, non c’era la piazza del mercato nè largo Seprio, l’Olona era ancora disseminata di mulini dalla Gabinella al Castello. Quante volte sarà andato a visitare il Castello il Tosi ? E per curiosità sarà stato amico dei Cantoni sicuramente, ma dei Bernocchi, dei Dell’Acqua, per esempio ? E che rapporto c’era coi sindaci che ha conosciuto nel ventennio legnanese ? Al di la della ferrovia esisteva forse solo la cascina Florio divenuta col tempo cascina Flora e più in la lungo le vicinali i villaggi di Mazzafame, Ponzella, e San Bernardino, oltresempione invece tutto compresso nelle vicinanze dell’Olona, lasciando lontano la cascina Olmina e la cascina Canazza, per altro l’unica ancora ‘riconoscibile’ in qualche modo ai nostri giorni… L’ospedale nuovo non lo vide, si doveva accontentare dell’ospedale dei vecchi’, cosi si chiamava l’Ospizio di sant’Erasmo…

Oh Franco, in che epoca sei vissuto, sembra roba di 500 anni fa, invece se ci pensiamo bene, stiamo parlando di 130 anni fa circa, quando tutti noi osservavamo silenziosi dalla stellina. E allora non mi rimane che aggiungere qui sotto il video ove alcune cose le abbiamo viste noi, e altre le ha viste solo lui, Lui che ha incrociato sicuramente Guido Sutermeister, un altro eccezionale personaggio che ha lasciato testimonianze fondamentali x documentare le nostre radici e che in Franco Tosi coi figli ci ha certamente lavorato

https://www.youtube.com/watch?v=DJvfW1GLdCI