PROFUGATION

Immigrati ? Profughi ? Clandestini ? Extracomunitari ? Zingari ? Queste sono forse le parole che fanno paura in questa epoca in questo luogo, su queste persone disperate (ma mica sempre disperate) c’è chi costruisce fortune e chi costruisce castelli ideologici, ma, morale della favola, questo problema potremmo definirlo patata bollente per tutti gli amministratori dei nostri ottomila comuni italiani, e perchè ci sono amministratori disponibili alla famosa ‘accoglienza’ ed altri che non li vogliono manco morti ? Le testimonianze sul business sono state svelate, anche il Papa, rischiando grosso ha praticamente detto che amiamo più cani e gatti che gli esseri umani, e allora a che gioco vogliamo giocare ? L’esperienza legnanese ha dato alcuni risposte: gli zingari sono stati spostati dalla baraccopoli zona san Paolo ad uno sparpagliamento meno visibile, via Jucker è diventato un punto di ritrovo dove qualche famiglia vive in condizioni da loro accettate, ma se vogliamo intervistare chi ci abita vicino, diciamo che non sono tutte rose e fiori, via… Sono 2 anni che a pochi metri di distanza sono stati stipati in 2 camerate 25 africani in età ormonale, due anni dove hanno mangiato, hanno dormito, hanno imparato qualche parola di italiano, e poi ? Che prospettiva hanno sti ragazzi per il futuro ? Solo 3 aventi diritto d’asilo su 25, e allora cosa si fa ? Può bastare incassare la diaria e temporeggiare ? Ora c’è il grande malloppo da spartire, 300 esseri umani stanno per arrivare nella tendopoli della caserma, o un po di qui un po di la, per accontentare un po tutte le associazioni ‘umanitarie’. Ammesso e non concesso che arrivino anche a gruppi di 50 per non dare troppo nell’occhio, e ammesso e non concesso che il bottino venga spartito tra padri comaschi, intrecciatori di paglia o caritastevoli d’italia, cosa ne sarà di loro una volta messi a dimora per settimane , mesi, anni ? Dov’è il progetto di integrazione e di futuro per questi esseri umani ? Nel frattempo, come nei migliori giochi di società si creano due fazioni di ospitanti: i buonisti e i razzisti, semplificando tutto diventa più facile. E’ più facile fare i buonisti coi disperati, si fanno fotografare col sorriso perchè sono scampati forse alla disperazione, è più difficile esprimere di essere razzista, perchè diventi cattivo, non importa se calpestano tutti i giorni i tuoi diritti, sei cattivo e basta (non sono i profughi che calpestano i diritti, ma il cosiddetto Stato, che ti obbliga a mille adempimenti e tu sei costretto solo ad ubbidire). Se non c’è un progetto per il futuro, questa finta accoglienza è una follia, serve solo a chi ci fa sopra il business, altro che ‘risorsa’ come la definiscono i soloni umanitari… Risorse sono gli imprenditori che scommettono sul territorio, risorse sarebbero i nostri figli, amici e parenti che da quando sono nati vivono qui, respirano qui, pagano le tasse qui, voglio vedere sta gente disperata accolta nelle famiglie previo contributo, questo vuol dire ‘tentare un minimo di integrazione’. Trecento profughi o migranti come preferite sono un affare da 10mila euro al giorno, 300 mila euro al mese, 3 milioni e mezzo all’anno… Trecento profughi distribuiti in 300 famiglie che se ne prendano cura in maniera dignitosa, ( mille euro al mese per loro) porterebbero reddito e valore sul territorio dei 22 comuni, altro che spostamento in massa in una o più tendopoli. Mi rivolgo a voi soloni che vi ammazzate con stupendi articoli su giornali o riviste di nicchia, e guardacaso avete stipendi da migliaia di euro al mese: ascoltate un cretino e inventatevi un protocollo d’intesa per adottare questa gente disperata, basta con sta storia che paga pantalone e tiriamo a campà, ci siamo rotti un po tutti le balle di subire la volgarità di certi pensatori, sempre bravi a riempirsi la bocca coi sacrifici e le difficoltà degli ‘altri’. 

Ama il prossimo tuo e vai avanti te che mi scappa da ridere, ecco il nuovo comandamento dei furbetti del quartierino…