IL DIARIO DI UN LEGNANESE CHE VIVE INTENSAMENTE LA CITTA' IN CUI E' NATO
CUL TURA LEGNA ARENSE…
Pochi giorni fa, qualcuno si infuriò per i dubbi scritti su questo blog a proposito di ma*ga, maghella e cultura del magheggio…I miei erano solamente dei dubbi, oggi invece, un illustre curatore e sommo intenditore del campo culturale, non ha fatto giri di parole: Centinaio e la sua band hanno fatto cilecca, 4 anni di deriva, è una specie di ‘nota sul registro’ questa cosa qui, gli artisti, per dirla in maniera grezza, ‘non ci cagano più’, Legnano in questi anni ha fallito proprio ( è da mò che lo dico…). Faccio il copia incolla dell’articolo apparso oggi in edicola:
di PAOLO GIROTTI – LEGNANO – VIA DA LEGNANO, da una realtà che per quanto riguarda la programmazione culturale aveva toccato il suo vertice con l’ organizzazione della mostra, con una risonanza mondiale, dedicata ad Auguste Rodin. La città viene ora abbandonata dagli artisti che anni fa avevano affidato le loro opere in comodato gratuito. In questi giorni è stato Ugo Riva a decidere di riportare a casa i lavori lasciati in comodato al Castello dopo una serie di incomprensioni culminate con un secco scambio di mail in questi giorni. Ma allo stesso tempo è Flavio Arensi, ex direttore degli spazi artistici legnanesi, ad annunciare che anche le sculture di Aligi Sassu sono sul piede di partenza: «La Fondazione Helenita y Aligi Sassu in questi anni ha sempre avuto problemi nel dialogare con l’ amministrazione – spiega Arensi, che aveva fatto da trait d’ union quando s’ era trattato di lasciare le opere in città -, tanto che di volta in volta dovevo sollecitare gli uffici perché rispondessero. Si muoveranno presto per spostare le opere in una sede che ne tuteli e valorizzi gli aspetti artistici, probabilmente portandole all’ estero». Sta di fatto che la «questione cultura» si ripresenta con forza: «L’ amministrazione di Legnano ha disperso un percorso di dieci anni di attività espositive e di rapporti con il mondo dell’ arte – è l’ opinione di Arensi -. Mimmo Paladino decise di togliere immediatamente la sua scultura perché aveva intuito non ci sarebbe stato un futuro. Io ostinatamente ho voluto crederlo, ma alla fine mi sono arreso di fronte a una politica incapace, e a un ufficio cultura riorganizzato che ha da subito dimostrato una pochezza intellettuale sbalorditiva. In questi anni di amministrazione Centinaio Palazzo Leone da Perego è stato lungamente chiuso o gestito con iniziative che non hanno sortito neppure un riflesso territoriale». Ma l’ accordo con il Maga di Gallarate? «IL MAGA ha sempre portato avanti una politica espositiva complementare a quella di Legnano e indirizzata ad altri tipi di linguaggio. Era prevedibile che dare in gestione a loro degli spazi fino ad allora concorrenti non avrebbe portato a grandi risultati. Mi pare sotto agli occhi di tutti che il risultato ad oggi sia fallimentare: in quattro anni si è fatto un balzo indietro di 15 anni, e sarebbe il caso che i cittadini di Legnano iniziassero a chiedere conto al sindaco e ai due assessori che hanno guidato la cultura legnanese». «Quando ho lasciato Legnano le mostre in programma contavano una serie di artisti come Balthus, Paladino, Bacon/Sutherland, Ferdinando Scianna – conclude il critico – . Invece è scesa la lunga notte dell’ ignoranza e dell’ inefficienza. Per Expo non si è riusciti a fare nulla, anzi: avevo personalmente chiesto di prestare i quadri di Previati a Galleria d’ Italia, la sede museale di Banca Intesa e sono stati negati perché dovevano far da decoro a non so quale riunione dell’ Anci…»
Non avrei altro da aggiungere, questa legnata sui denti può bastare, per augurarsi serenamente… BUONE VACANZE !!!