LA MENSA,IL DOPO LAVORO E L’INGEGNERE

Sono di ritorno dal funerale di un anziano signore, l’ingegner Gianfranco Zanaboni, un distinto signore che mi ha visto crescere, ho giocato e mi sono divertito coi suoi figli Marco e Piero, e lui è sempre stato, assieme alla moglie, molto disponibile alla ‘vita’ dell’Oratorio di san Domenico, dirigente per una vita della vecchia Franco Tosi,  un giorno mi regalò alcune foto fatte dall’alto del suo quinto piano, della demolizione delle vecchie scuole Mazzini (ve le mostrerò in calce al post)…

Questa sera invece, ultimo atto all’ex mensa, ex dopolavoro, da domani, lucchetti su tutta la struttura, non vi entrerà più nessuno, praticamente, un altro funerale. Il commissario Lolli vuole piazzare l’area, quando riuscirà a farlo non si sa, ma nel frattempo va diritto sulla sua strada: fuori tutti dalle balle, quello che c’è dentro è dentro e fuori chi non c’entra più niente (si potrà però parcheggiare ancora la dentro, tutti i giorni fino a mezzanotte, cosi dicono le indiscrezioni). Speriamo, dopo questa chiusura coatta, un domani si possano recuperare cimeli, rimasti intrappolati, in quel vecchio luogo, nato nel 1923 per accogliere le lavoratrici della De Angeli Frua, la tessitura nata li accanto 30 anni prima, e, 35 anni dopo, divenuta proprietà Franco Tosi, la quale ci ha piazzato mensa e dopolavoro… Tutto cambia si dice, rimane l’interrogativo per il futuro: altri palazzi ? L’ingegnere, chissà quanti pasti avrà consumato alla mensa dei dirigenti, nello stesso giorno se ne vanno assieme, virtualmente parlando… Ma volevo incentrare su quest’uomo quasi 88enne il post odierno. Un papà ideale, preciso come un ingegnere svizzero, sempre sorridente, disponibile, attivo, soprattutto per ‘gli altri’, l’ing Zanaboni a san Domenico, sanno tutti chi è stato e cosa ha fatto, senza mai strafare, una bella famiglia la sua. La cosa più incredibile che ricordo è quella della precisione balistica di quando assieme all’antesignano GOP (gruppo oratoriano parrocchiale, che oggi chiameremmo ‘consiglio pastorale’) decise per la gestione del bar, la quantità di caffè da immettere nel filtro, infatti lasciò un biglietto bene in vista: “precisi 7 grammi per ciascun caffè” ( e chi sgarrava, punizione corporea !). Quel suo accento triestino inconfondibile, le battute che spesso solo lui capiva ma facevano ridere lo stesso, ciao Gianfranco, è stato bello conoscerti in questa vita terrena, grazie di tutto, una Città intera ti saluta e ti ringrazia…