IL DIARIO DI UN LEGNANESE CHE VIVE INTENSAMENTE LA CITTA' IN CUI E' NATO
IL PGT VE LO SPIEGO A MODO MIO
Se dio vuole, martedi o mercoledi prossimo, verrà approvata la variante al PGT, che a onor del vero, interessa si e no 1 legnanese su 100, ma che a livello politico, fa discutere e litigare assai. La legge, ha imposto a tutti i comuni di adottare questo rinnovato strumento ( il vecchio piano regolatore), la sua durata è limitata, infatti ogni 5 anni va confermato o modificato, Noi, dopo 4 anni e mezzo di immobilità lo modifichiamo, spendendo un po’ di quattrini, spargendo un po di veleno politico qua e la, tentando di fare un po di populismo mediatico per convincere o meno la gente della bontà del gesto. Il PGT contiene tutto ed il contrario di tutto, è come un gioco di società ove tu sposti le casette e gli alberghi (avete presente il vecchio caro Monopoli?), tiri righe e speri che qualcuno si metta a costruire qualcosa per portare a casa il grano, i danè, come dicevano i vecchi legnanesi. Ma il momento è critico, la speculazione edilizia si è fermata assai, di case e di capannoni ce ne sono in quantità industriale, e allora fa più figo dire: “abbiamo inserito + di 300.000 metri di aree agricole cancellando per esempio una nuova zona industriale”… Nessuno di noi vuole consumare territorio verde, Legnano è già la più densamente popolata della zona, ma il mondo va avanti, non si può nemmeno pensare di vedere solo prati nel futuro del tessuto urbanistico in prospettiva 2050, quando sarò li a tirare gli ultimi respiri… La Giunta, ha atteso gli ultimi 200 giorni di mandato per dare la propria ‘idea politica’, obbligando i prossimi inquilini di Palazzo Malinverni, a metterci mano subito nel caso i desideri del nuovo Sindaco 2017 non siano quelli di coloro che certamente lasceranno il loro posto. Ma alla fine della fiera, di cosa stiamo parlando ? Parliamo del nulla, travestendoci da tuttologi, mi metto dentro anch’io, mi piace scoprire i nervi scoperti… La vera vocazione dei prossimi amministratori, non sarà quella di decidere dove far le cose, bensì di farle fare agli investitori. Se la nostra Città non la vogliamo vedere lentamente declinare, bisogna portare in Città gente piena di entusiasmo e investitori per industria, turismo e strutture all’avanguardia. Non ci servono annunci, abbiamo respirato 4 anni e mezzo di annunci, nessun progetto concreto per il futuro. Expo 2015 ne è stata la boria più grande, dovevamo fare fuochi e fulmini, è stato partorito il topolino. Bisogna capire che le opportunità in Città sono decine, partendo dalla ex Franco Tosi, per continuare con la ex Manifattura di Legnano, proseguendo con l’ex Tribunale, con l’area ex Bernocchi, ex Mottana, con la ex Caserma, coll’ex Ospedale Civile, ma anche con la ex Crespi, la ex Cantoni vicino alla Grancasa, ex Fonderie Tosi… In campo prettamente sportivo bisognerebbe programmare la trasformazione dei penosi campi Pino Cozzi, Amicizia, della Pace, Gavinelli, in centri sportivi degni di una Città importante come la nostra, coinvolgendo i privati con il progetto di finanza. Basta supermercati, giusto, inutile aggiungerne altri, per le abitazioni, super incentivi a chi ristruttura e porta gli stabili verso la ‘classe A’. Serve coraggio, non chiacchiere, in Svizzera, a Lugano, appena dopo il confine, quindi a pochi chilometri da noi, hanno detto ai nostri imprenditori: “venite qui che vi do questo e quello, in cambio qui porti lavoro”. Queste sono le concretezze, non i teatrini ignobili che ho visto in questi anni. Dove c’è vita, c’è futuro, Legnano deve cercare di fare come Milano negli ultimi 10 anni: Attirare. Altrimenti va bene cosi, barcameniamoci senza farci del male, tiriamo a campare, senza pensare alle generazioni future… Quattro maledette idee io le ho, ed ho, a differenza di altri, il coraggio di esporle, il coraggio di essere preso per pazzo, perchè la mia Città un giorno non sarà più mia, non sarà più nostra, ma sarà di chi verrà dopo di NOI. Guardare la luna, non il dito, questo è il compito degli amministratori. Ricordateglielo voi ai personaggi del recente passato e del presente, Legnano è una città ricca, ma se male amministrata, destinata ad appassire come tante realtà che non hanno guardato avanti, e lo ripeto un’altra volta: eravamo un borgo agricolo, siamo diventati un centro industriale d’eccellenza, ora dobbiamo trovare le soluzioni per il futuro, fatte di lavoro ed energia, di idee positive e possibili, e sono certo, con coraggio e coinvolgimento di chi ha disponibilità finanziarie, riusciremo a lanciare la fase 3, Legnano 2076, dopo 900 anni dalla famosa battaglia diventare centro turistico per le eccellenze che metteremo in campo, abbiamo 60 anni davanti, tre generazioni, ce la faremo.
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Il pgt con questa modalità è una perdita di tempo, perché o decidi di variare ad inizio mandato, puntando tutto ad una visione che tu hai di città oppure a qualche mese dalla nuova tornata elettorale ti devi, obligatoriamente, confrontare con le diverse forze politiche, perché chi andrà ad amministrare non si trovi vincoli e paletti che bloccano la sua visione di città. È vero che il nuovo pgt deve avere una flessibilità tale da rendere il Comune il regista che determina quelli che sono I principi ma da libero sfogo al mercato.
Dobbiamo solo decidere come immaginiamo Legnano nel prossimo futuro esclusi i palazzi, il commerciale e l'industria a mio avviso rimangono i servizi. Servizi alla persona, siamo una popolazione che invecchia e a voglia di farlo bene, allora puntiamo a tutto quello che crea salute, benessere, divertimento. Pensa se le acque dell'Olona avessero proprietà curative, creeremo terme, solarium, centri di riabilitazione, fitness, cura del corpo e della mente. Per una città del benessere
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