IL DIARIO DI UN LEGNANESE CHE VIVE INTENSAMENTE LA CITTA' IN CUI E' NATO
LA FAVOLA DEL PAPY BAMBINO
E’ qualche giorno che guardo la foto di mio padre bambino, quel bambino che io non ho mai conosciuto, quel bambino che a 8 anni non pensava certo a me, viveva il suo presente giocando in campagna e d’estate coi suoi amici usava il canale d’irrigazione per fare infiniti bagni nuotando tra la natura… Poi arrivò l’alluvione nel ’51 e immagino che trauma possa essere stato per un preadolescente di 12 anni e mezzo, ma il tempo passa e se sopravvivi, la vita la devi affrontare, anche senza un papà, lui a chi portava un pensiero il 19 marzo ? Ha avuto anche questa frustrazione il mio papy, ora settantottenne… Mi sarebbe piaciuto come un fantasma, stare vicino a lui negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale e dirgli già grazie per l’idea che ha avuto quel giorno di novembre del 1962, quando mi ha concepito…Si, il merito fu anche mio ( e soprattutto della mamma) che correvo come un pazzo, ma io ci volevo parlare col mio papy. Quando ho avuto io 8 anni, lui era ancora un trentenne, un ragazzino si direbbe oggi, ma il papy sembrava un vecchio, un adulto e gustarsi un uomo che lavorava 12-13 ore al giorno per sognare un futuro migliore, me lo ha fatto conoscere poco, in una Legnano che sembrava ostile poi a tutto ciò che era immigrazione… Ma guardiamo le cose belle, inventiamoci sta macchina del tempo che ridisegni i ruoli al contrario: noi adulti e i nostri papà bambini, io più guardo sta foto e più mi innamoro del papy, con una sua storia di sacrifici e sofferenze, e un po tutti, ci si accorge sempre in ritardo della bellezza di avere un papy a fianco. Auguri a tutti i papy e i figli di buona volontà !