LEGNANO E IL VITTORIO

La demolizione di casa Vignati di corso Italia, mi da il modo di poter parlare di quel tratto di strada, tracciato da un secolo e mezzo come collegamento dal Mulino Pomponio (piazza 4 novembre) alla stazione ferroviaria. Seicento metri di strada, che in un secolo e mezzo di vita ne ha viste di cotte e di crude. Per esempio: dall’epoca garibaldina alla fine della seconda guerra si chiamava corso Vittorio Emanuele II ( il cosiddetto ‘padre della Patria’) ora e da 70 anni tutti lo conosciamo come Corso Italia, ma prima ?? Pensate che nel 1850 l’ultima costruzione andando verso la stazione era il monastero di Santa Chiara oramai in disuso, posto all’altezza dell’incrocio con via Giolitti, mezzo secolo dopo c’erano già in piedi la De Angeli Frua e la Manifattura, la Franco Tosi, fu trovato lo spazio per piazza Monumento, prima solo terra da coltivare… Quel corso Italia che oggi conosciamo, appena dopo via De Gasperi diveniva una anonima ‘strada per Castano’ che poi diventerà anche via Novara e dal dopo guerra nel tratto fino a via Firenze, via Mauro Venegoni. E allora prendo la scusante per ‘celebrare’ il tratto di corso Italia che da oggi perde un suo pezzo storico per essere rimpiazzato con una costruzione al passo coi tempi… Godiamoci queste chicche, sono una più bella dell’altra…

Fino al 1960 partendo da piazza 4 novembre

Qui siamo negli anni venti

La casa Vismara del ‘400, abbattendola negli anni 30 si è aperto largo Seprio

Una foto dalla ‘biloria’ il passaggio pedonale sopra la ferrovia

Il palio col ‘crocino’ 1935

La De Angeli Frua…