IL GUERRIERO TRAVAGLIATO

Ieri sera al Welcome Hotel ci siamo divertiti come pazzi scorrendo le immagini che ci hanno portato al ‘guerriero’ di Enrico Butti, ed è stato ancora più bello ricevere oggi (in prestito) dall’amico Saverio Clementi un fascicolo scritto 33 anni fa dal giornalista legnanese Mauro Gavinelli a cui la Città ha dedicato il campo sportivo di via Arezzo ang via Parma

https://it.wikipedia.org/wiki/Mauro_Gavinelli

Avevo portato con me, un libro scritto da Marina Degl’ Innocenti da cui ho attinto un po di curiosità, libro scritto nel 1999, che ancora si trova in vendita in librerie online o ebay, mentre il bel fascicolo di Gavinelli uscito in edizione limitata, lo si potrà trovare solo nei mercatini…

Ma quali sono ste curiosità ? Sul fascicolo del Gavinelli c’è uno specchietto fantastico che in poche righe fa la sintesi:

Ora provo con le immagini a dare la cronologia dei fatti, partendo dal 16 giugno del 1862 quando Giuseppone Garibaldi dal balcone di casa Bossi esorta il popolo legnanese ad unirsi x erigere il monumento alla vittoria del 1176 contro l’invasore straniero…

La lapide originale è a Palazzo Malinverni al primo piano, quando alla fine degli anni 70 demolirono il vecchio cortile per costruire la nuova sede della Banca di Legnano  sostituirono anche il ricordo che attualmente è li, sotto l’orologio-termometro di cso Garibaldi…

Furono coinvolti i legnanesi per arrivare al settimo centenario x inaugurare il monumento, furono coinvolte società di archeologia, città che avevano partecipato alla vittoria del 1176, ma morale della favola, dal 1862 dopo 14 anni si riuscì solamente ad organizzare un bluff, come dice Gavinelli, incarico dato allo scultore e architetto  Egidio Pozzi, ma i soldi per la fusione in bronzo del nuovo monumento che inneggiava alla vittoria, non si trovarono, in un mese prima del 29 maggio 1876 si costruì il basamento in cemento, marmi e mosaico, e si posò una statua in cartapesta e gesso, bella dipinta in bronzo e i festeggiamenti ebbero luogo, con tanto di incidente per il crollo di una gradinata, senza morti ma con diversi feriti. Questo fu quel 29 maggio 1876… Sempre Gavinelli, riprende  un bel pezzo tratto dall’enfasi giornalistica dell’epoca che riporto integralmente…

Insomma, al settimo centenario arrivarono davvero da tutta Italia, quarantamila persone, bandiere, istituzioni del giovane Paese si unirono in quell’enfasi proprio nel nostro borgo che all’epoca dell’Unità vide nascere la ferrovia e dove risiedevano appena 6000 anime… Pensate che il primo luogo scelto per posare la prima pietra del monumento, doveva essere nei pressi della Madonna delle Grazie, poi, per fortuna, decisero di sceglierlo nei pressi della stazione, espropriando terreni di alcuni contadini, che non la presero benissimo… Se poi pensiamo al finto monumento del Pozzi, ci vien da dire: per fortuna non hanno trovato i denari per la fusione in bronzo, altrimenti ci cuccavamo  quello e diciamocelo, il Guerriero del Butti è tutt’altra emozione. Finita la festa, si scoprì l’inganno e in poco tempo con gli eventi atmosferici la statua si sciolse, e potete immaginare le proteste della gente x l’inganno, fatto sta che per 20 anni, il ‘cilostro’ in cemento con decorazioni, rimase li, in mezzo alla ‘nuova piazza’… Immaginate la gioia dell’ing Franco Tosi che proprio in quegli anni prese possesso e diede vita al colosso industriale dell’epoca. Il Tosi, la Banca di Legnano e la Coop Avanti, furono i maggiori sponsor per il Monumento che tutt’oggi vediamo, firmato Enrico Butti, ed inaugurato il 29 giugno 1900. 



Eccolo il giovane Enrico Butti, a lui è intitolato il piazzale della Stazione e direi, tutto meritato.

Guardatevi il programma dei festeggiamenti, praticamente uno spettacolo nello spettacolo… Sindaco dell’epoca Fedele Borghi, la più bella immagine di quel 29 giugno è quella che vi posto qui sotto

Prima di tutto ciò, ennesima trafila per la raccolta fondi con denari ricevuti da mezza Italia, arrivarono 15mila lire dal Governo e 5mila dal Re, finalmente il sogno di un monumento-simbolo e proprio nella non ancora Città di Legnano, fu una realtà: 50 quintali di bronzo tra statua e bassirilievi ( 28 x la statua e 22 per le decorazioni di base), peccato che Franco Tosi non abbia potuto vedere dal vivo quel giorno di festa. Sulle pubblicazioni di Mauro e Marina ci sono poi una serie di aneddoti, fatti, calcoli, nomi di sottoscrittori, pagine di giornale originale, ci sarebbe insomma tutto il materiale per creare un nuovo libro per il futuro prossimo venturo, completo di tutto, compresa l’assenza dal basamento di piazza monumento, della statua dal 2 dicembre 1989 al 20 ottobre 1990 (azz, si è voluto guardare i mondiali di Italia 90 nel giardino-laboratorio di Nicola Gagliardi, il suo medico personale…) 323 giorni di assenza dalla Città del Carroccio, per rimanere ancora sano per un po di tempo…

Albertone, Guerriero, Alberto da Giussano, chiamatelo come volete, rimane un simbolo unico, poi diventato ancor più famoso con l’avvento della lega nord che lo ha fatto suo senza pagar diritti d’immagine. ma attenzione, i verdani non furono i primi, già qualcuno prima di loro, inserì il guerriero per fare propaganda e non potete immaginare chi, la foto seguente ve lo dirà…

Prima di Gavinelli e della Degl’Innocenti, una ampia storia del Monumento al Guerriero di Enrico Butti fu raccontata 45 anni fa dal direttore e giornalista Giorgio D’Ilario nella prima edizione del libro ‘Immagini della vecchia Legnano’, anche a lui diciamo grazie per aver perpetuato e fermato su un libro immagini e racconti dell’epoca.  Sarebbe bello che in questo 2018 si potesse mettere in cantiere una bella sintesi elegante con la storia dei 118 anni di presenza del monumento del Butti e gli oltre 150 che dall’Unità d’Italia hanno mosso sentimenti ed emozioni nel nostro borgo diventato città nel lontano 1924… Franco Colombo, assessore in carica alla Cultura, l’idea è balzana o si riuscirà a realizzare prima della nuova biblioteca ? Ieri sera, il sindaco ha detto che fa collezione di ‘prime edizioni’, questa potrebbe essere ‘speciale’…

Per concludere però, uno scoop internazionale: ripulendo per bene la tela di Teomondo Scrofalo, guardate cosa è apparso …

Non ci posso credere ! Dal vecchio albergo Mantegazza, si beveva vino dei Colli di Sant’Erasmo, e nemmeno un volpino come Ezio Greggio se ne era mai accorto…