UN GRAZIE ANCHE A GIUSEPPE FRUA

Questo signore ritratto in foto  era Giuseppe Frua (17.9.1855/ 22.7.1937) campato 82 anni, era amicissimo di Ernesto De Angeli ( 29.1.1849/17.1.1907) ed Eugenio Cantoni (11.4.1824/15.3.1888) tre nomi che risuonano frequenti nella nostra città dove la ‘De Angeli Frua’ fece storia in pieno centro. A differenza di Carlo Dell’Acqua legnanese doc i tre citati partirono con la loro fortuna di cotonieri nella zona milanese della ‘Maddalena’ oggi riconosciuta nel luogo adiacente alla fermata MM di De Angeli, subentrando in una piccola fabbrichetta poi divenuta un colosso. A volerla dire tutta, qui a Legnano, Giuseppe Frua strinse accordi con la famiglia Banfi, quella della Manifattura, con cui diede il ‘la’ per dare lavoro, case, dopolavoro a migliaia di famiglie. Il libro preso in prestito dall’amico Valentino racconta tutta una storia intrecciata che giocoforza devo sintetizzare e soprattutto ridurre il campo visivo, diciamo così, nella nostra Legnano, intanto, vi mostro anche il volto di Ernesto De Angeli

Quella fabbrica che nel ‘900 i vecchi legnanesi chimavano ‘la De Angeli Frua’, in effetti fu creata sul finire dell’800 (1896) dai fratelli Banfi, successivamente entrarono in società DAF, Ernesto poi morì subito dopo, mentre Giuseppe rimase al mondo fino al 1937, senza sapere che da li a 18 anni, si chiusero i battenti e a Legnano rimase quella stupenda costruzione, vuota e desolata in pieno centro per altri 20 anni, fino all’estate ’74 quando fu rasa al suolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Giuseppe Frua, a cui è dedicata la piazza nel crocevia con corso Italia, via Roma, Via Pietro Micca, via A da Giussano dobbiamo la costruzione del convitto sulla via Micca nell’identico stile della fabbrica, poi diventato mensa Tosi e finito di costruire nel 1924, l’asilo e le case di via Venezia, Giuseppe Frua, instancabile imprenditore, lavorò fino all’ultimo giorno della sua vita, le fabbriche che aveva aperto qua e la in Lombardia lo tenevano impegnato come non mai, lui visse veramente la rivoluzione industriale cotoniera, incrociando i suoi destini con altri uomini illustri del suo tempo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giuseppe Frua, partecipò convintamente al paternalismo industriale costruendo case per operai ed impiegati, contribuendo per la costruzione dell’Ospedale Civile e costruendo un padiglione ancora esistente, le colonie per le vacanze, nelle tabelle complessive, a Legnano costruì per i propri dipendenti 461 locali, ove ospitare oltre 200 famiglie. Ma fu anche il precursore delle assicurazioni e delle pensioni per i lavoratori, la formazione data dalla sua famiglia ed il talento innato, lo consacrarono (assieme alla fortuna di vivere oltre 80 anni) come un grandissimo tra i pionieri della zona. Quando passate davanti a villa Jucker e vedete quella bellissima scultura in bronzo con la famiglia con bambino, pensate a lui, Giuseppe Frua la famiglia la considerava sacra, la risorsa umana non erano solo le braccia dei lavoratori, ma il loro benessere. I tempi sono cambiati, inutile fare paragoni con gli industriali contemporanei, ne verrebbe fuori una disamina ingiusta, nessuno di noi ha vissuto la rivoluzione industriale e tra le due epoche non c’è la possibilità di fare paragoni, anche il tempo vuole la sua parte, prendiamo atto e pensiamo di usare bene il passato per migliorare il nostro futuro. Grazie comunque a Giuseppe Frua per aver contribuito allo sviluppo del borgo legnanese, e il suo passaggio è ancora presente tra noi, qualcuno nelle sue case, nel suo asilo ci abita ancora, ci vive ancora. Massima stima !