UNA STORIA DEL SECOLO SCORSO

La storia….La storia può essere vecchia di milioni di anni o si ‘soli’ 1000, ma all’epoca non vi erano macchine fotografiche, quelle nacquero anno più anno meno nella stesso momento in cui nacque il neo Stato Italiano, stasera, ispirato dal grigiore odierno, ho preso in considerazione questa foto in cui c’è un mercato affollato (e fino al 1932 li in piazza si faceva), c’è Palazzo Malinverni in costruzione e la facciata della Basilica col tiburio del Richini è ancora li nuda e non bella come oggi, l’offelleria di destra non esiste più come non esiste più la vecchia casa parrocchiale abbattuta nel 1969 per inaugurare il capolavoro attuale nel 1972. La piazza era una tabula rasa, i primi giardinetti nell’ovale li ‘volle’ Monsignor Gilardelli appena finita la Grande Guerra, prima, tra il 1912 e il ’13 fece decorare la nuova facciata ed il nuovo tiburio che quindi da più di un secolo sono li, avendo ricevuto nel frattempo delle rinfrescate nei primi anni 60 e lo scorso anno. Nel 1925 anche l’orologio del campanile fu messo al piano più alto. Infine nel 1932 arrivò la famosa fontana di Giannino Castiglioni, spostata dalla giunta Vitali (2007-12) in fondo a corso Magenta nei pressi del cimitero monumentale e della chiesa seicentesca della Madonna delle Grazie. Insomma, poco più di 100 anni e il centro di Legnano ha cambiato volto un sacco di volte diventando sempre più ‘moderno’. Ora guardate questa piantina del 1904, scaricatela e ingranditela, eravamo veramente un borgo con tanti satelliti chiamate ‘cascine’…

Erano circa 20mila i legnanesi dell’epoca e possiamo definire quel momento storico, un borgo di tessiture, tintorie, cotonifici e officine meccaniche con recinzioni lunghissime, alcune belle altre ‘semplici muraglie’… Poi dopo la Seconda Guerra, il centro subì una profonda trasformazione che Guido Sutermeister seppe raccontare con una semplice piantina, segnando con righe e tratteggi differenti ciò che ora è la ‘Galleria’ e tutto il suo isolato da via Cavallotti  a via Giulini incrociando le parallele di corso Magenta e via Palestro…

Raccontate queste piccole cose ai vostri figli e ai vostri nipoti, sembreranno delle favole, ma sono realtà, vissute da 5-6 generazioni diverse, all’ombra del potere religioso e temporale dell’epoca, legame molto forte ancora d’attualità, con ‘maglie’ differenti, ma alla fine anche tra don Camillo e Peppone finiva tutto a tarallucci e vino !