UNA STORIA DI SABATO POMERIGGIO

Un sabato pomeriggio passato ad arbitrare un’ amichevole tra ragazzi del Legnarello e i pari età  di Saronno ( giovanissimi 2008). E’ gradevole quando mi chiamano ad arbitrare, mi vesto da ‘arbitro vero’ e cerco di essere arbitro vero sul serio, è difficile, anzi impossibile accontentare giocatori, allenatori, genitori… Il mio ruolo (e quello di tutti gli arbitri in genere) è scomodo e nel ventunesimo secolo ricevere meno di 100 insulti a partita è già un successo. Il mio vecchio amico Nicolò, è custode del rinnovato ‘campo dell’Amicizia’, fortunatamente negli ultimi anni è diventato un mini centro sportivo, attivo 7 su 7 e manca poco faccia anche 24 h su 24, un campo nuovissimo in sintetico da 11 e uno da 9 , è arrivata anche una tribuna nuova in attesa di omologazione e altri miglioramenti sono stati messi a progetto per l’immediato futuro. Cerco di essere sempre vicino all’azione, i miei 59 anni si fanno sentire, ma il grazie di fine partita ricevuto da qualche mister o dirigente, fa scivolare via le fatiche  di quasi un’ora e mezza di su e giù da una porta all’altra, col sole che ti batte negli occhi, con adolescenti un po’ ribelli a cui non va mai bene nulla, quando picchiano loro va bene, quando subiscono l’energia degli avversari, fanno spesso le fighette…

Ho visto però alcuni ragazzi chiedersi scusa su interventi al limite della ‘legalità’, tutti vogliono vincere e qualcuno già a questa età è sgamato, soprattutto per fregare il direttore di gara, che non vorrebbe mai fischiare, ma che più volte invece, sto fischietto lo fa sentire… E’ finita 2 a 1 per i legnanesi, ma il risultato davvero non conta in queste battaglie amichevoli. Dopo questa partita scendevano in campo dei grandoni ed ho incrociato nello spogliatoio l’arbitro vero, Leonardo, gli ho chiesto quanti anni avesse (18 mi ha risposto) e allora ho continuato -Buona Fortuna- sei un coraggioso… Posso darti del tu ? mi ha risporto, Devi. Spero tu possa fare una grande carriera, arbitrare è nello stesso tempo bello e incasinatissimo perchè le valutazioni in quei 7000 metri quadrati non sempre sono giuste e mentre i giocatori sono sempre giustificati, anche se sbagliano un goal a porta vuota, l’arbitro NON DEVE  sbagliare e ciò non è giusto, perchè ne sono certo, la buona fede soprattutto nei giovani c’è sempre, questo dovrebbero sapere Giocatori, Dirigenti e Genitori.  Spero di non stancarmi presto con questo passatempo, il fisico mi pare mi aiuti ancora, la testa pure, la cicatrice che si è formata nel cervello dopo l’emoraggia cerebrale mi blocca un filo la locuzione e mi crea qualche difficoltà, serve sempre coraggio e voglia comunque di giocare e sorridere. Forza ragazzi, il futuro è già domani…