DAL CERVELLO AL CUORE

Giuro che il protagonismo del mio ego, non c’entra nulla, c’entra invece che si invecchia e pur essendo convinto di essere ancora un quarantenne al massimo, il mio corpo  ‘dà’ fuori di matto, e i pezzi cominciano a degradare… La vicenda di marzo 2021 con l’emorragia cerebrale che mi ha lasciato un ricordo palpabile sulla parlata, sembrava una cosa grossa (e lo è stata), nemmeno due anni più tardi ed è toccato al cuore, l’organo più delicato del nostro organismo. Un dolore al petto martedi scorso e la corsa all’ospedale cittadino, non volevo rientrare in un nosocomio, il ricordo di Bergamo era ancora troppo fresco. Per fortuna ho tanti amici, tante persone che mi vogliono bene in maniera fraterna, e uno dei miei angeli custodi si chiama dottor Gigi Vittonati , cardiochirurgo, nato pochi mesi dopo di me, e quasi mio vicino di casa, LUI per me è  un vero angelo custode, assieme alla moglie Antonella , è nata un empatia speciale in questi ultimi 5 anni… Mi ha intimato di prendere subito un mezzo e di recarmi al Pronto Soccorso, non c’era tempo da perdere: codice rosso anche questa volta, ero meno spaventato di due anni fa, niente panico ma la pressione arteriosa altissima mi riportava a quell’episodio che ancora adesso faccio fatica a ricordare scoppiando improvvisamente a piangere quando mi immergo nel ricordo… Un ecocardio, un esame del sangue, una spruzzatina di una sostanza magica e il dolore cessa, ma il problema rimane: le foto dell’ecocardio, gli enzimi sballati nel sangue ed il tracciato del cardiogramma non perfetto dicono che il giorno dopo sarebbe stata la coronarografia a stabilire l’entità del danno. Venticinque ore al Pronto soccorso prima di ricevere questa benedizione sono state un’ esperienza terribile, una specie di girone dell’inferno dove lamenti, pazzie, gente che corre e soccorre si mischiano a sentimenti di falsa calma, di minuti che non passano mai, di fame che comincia coi suoi morsi, di pipì versata nei pappagalli usa e getta, suoni terribili di gente malata, molto spesso anziana, dove il folle di turno tiene svegli tutti durante la notte, insomma provare per credere…Però c’è sempre un premio, infatti dopo la Coronaro, si passa in Terapia intensiva dove si incontrano altri pazienti ed io ne ho incontrati 3 in poche ore, anziani che hanno voglia di parlare, di raccontare i priopri dolori, ed il primo di questi, mi ha accolto con un Ciao Berti, cosa ci fai qui? L’eva ul sciur Paganini, mi ha riconosciuto tra i mille tifosi del Palaborsani, anche per lui un nuovo intervento al cuore, 75 primavere sulle spalle, un po’ demoralizzato dalle prestazioni del suo motore, ultimamente in officina troppo spesso… Giovedi, vengo spostato in nefro cardiologia e mi ritrovo in camera un avvocato nato 9 mesi prima di me, Stefano il suo nome, per lui la coronaro è per il giorno successivo,  a 60 anni ne ha già passate di ogni, nasce un rapporto solidale, ci facciamo forza parlando del nostro lavoro, dei nostri figli, della nostra storia, delle cose conosciute della zona visto che anche lui ha bazzicato per trent’anni tra Legnano e Canegrate… Tre giorni con Stefano  senza accendere mai quella merda di televisione, diventata un ospite odioso, stucchevole e per niente divertente… La degenza è stata lunga pensando che alla fine si stava bene, la sofferenza fisica non esisteva, la voglia di tornare nel proprio letto e stare con le persone amate, cominciava a prendere il sopravvento. All’ospedale i letti sono comodi, si mangia discretamente, l’ambiente è nuovo, ma non è l’albergo dei  sogni, datemi un materasso ed una capanna in riva al mare e ne sarei più felice. Scopro di avere tra i medici che mi curano il dottor Claudio Vimercati e per me è un ulteriore senso di benessere di sicurezza, Claudio era in classe col mio grandone Nicola e subito sono raffiorati i ricordi di quel ragazzinio biondo che facevo giocare all’oratorio… Lo incontro, si avvicina e mi chiede: Ma lei è il papà dell’Andrea e Nicola Musazzi ? Diomio Claudio, non ti avevo riconosciuto e non sapevo nemmeno fossi medico… Chi ha detto che all’ospedale si fanno solo brutti incontri ?

 

Stefano domenica mattina è stato dimesso e con un filo di rabbia mi chiedevo perchè la libertà non mi sia stata concessa assieme a lui, ma il colpo di scena è arrivato prima di mezzogiorno, quando un signore col camice bianco ed il suo badge si è presentato in camera dicendo: Ooooh ecco qui un personaggio famoso di Legnano… Lo guardo un po’ stupito e chiedo: ma noi ci conosciamo? Non ci conosciamo ma so benissimo chi sei, a Legnano si è parlato tanto di te… Non capivo, poi ho capito: Vuoi ricevere la comunione?  Cristosanto era il cappellano dell’H… Padre, ho frequentato per 40 anni chiese con i suoi incensi e cantando con gioia, poi mi sono pensionato ed ora vivo il mio mistero, mi ha fatto un bel sorriso, mi ha chiesto delle mie condizioni e si è congedato, un tipo brillante, col quale se avessi voluto attaccar bottone me lo tenevo li per un po’, ma immaginavo che in quell’edificio, ad altre persone avrebbe fatto comodo…

E siamo al lunedi delle dimissioni, felice di potermi lavare con una doccia lunghissima dopo una settimana, e far tornare i miei capelli morbidi e profumati, quanto è brutto non poter assaggiare il massaggio lieve e purificatore di un tubo d’acqua bucherellato, godere del profumo dei detergenti per il corpo…E’ stato impossibile lavarsi prima e stamattina dopo la bella torta di Benvenuto preparata tutta per me da condividere e quella mezz’ora in bagno, sono tornato un uomo felice al 100%, riparato, fresco e pronto ad affrontare una fase dove la dipendenza dai farmaci è aumentata, dove non potrò più giocare a calcetto e tutte le mie attività dovranno svolgersi con uno sguardo a questo cuore che mi tiene in vita, questo cuore grande e fragile ora un pochino di più, le raccomandazioni arrivano a pioggia, io sono un pochettino discolo, voltiamo pagina, abbiamo tutti orizzonti che cambiano, misuratevi la pressione sempre e diffidate dai dolori al petto, sono preavvisi da non sottovalutare, uomini e donne avvisati, mezzi salvati…