Se avete la pazienza e la voglia di digitare nella barra di ricerca le parole ‘Legnano calcio’ o ‘Legnano basket’, troverete un sacco di materiale, di ricordi, degli ultimi 12 anni, anni in cui ho raccontato le emozioni, inizialmente sulla politica, poi su questi argomenti sportivi che riguardano la nostra città e i suoi sport più seguiti e cioè Calcio e Pallacanestro. Nel 2011 fui coinvolto da un ex compagno di squadra, Nicolò Zanda, nel consiglio del rinato Legnano Calcio, io non ne sapevo nulla, non avevo mai partecipato ad alcunchè nei miei 48 anni di vita, seguii l’ex compagno per una sorta di affetto ricordando i 18 mesi in cui nella categoria ‘giovanissimi’ giocammo insieme, l’immagine dello stadio Mari con l’erba alta mezzo metro ce l’ho stampata nel cranio e li partì il sogno utopico di ricominciare da zero per creare una ‘cantera’ tutta lilla… Il sogno durò 3 anni, mi resi conto che dietro le quinte c’è un mondo così marcio, così falso e ipocrita che le mie emozioni, il mio impegno, la mia onestà intellettuale, non potevano stare li, se poi aggiungiamo le difficoltà economiche che sono comuni a qualsiasi società sportiva, ti rendi conto che di progetti sani non ne puoi proprio fare. Alla fine del 2014 abbandonai la nave, l’ambiente era diventato insopportabile, era giusto per me lasciare ai ‘volponi intelligenti’ le sorti dei colori lilla. Sperai nel passaggio ai Munafò, il mio ex compagno non mi ascoltò (in quei giorni ero vice presidente reggente) e sappiamo come finì con la gestione successiva poi continuata con i Munafò ed infine questa cosa qui che mi pare, da osservatore, non piaccia a nessuno e anche i risultati sul campo lo dimostrano… Passati 12 anni, ‘la cantera’ lilla ha prodotto ‘ZERO’ malgrado il potenziale bacino e il potenziale ‘brand’… Mi raccontarono allora, e correva l’anno 2015 che il basket attirava una bella folla nel passaggio tra il Palaparma ed il Palaborsani… Io a basket ho giocato sempre 18 mesi nell’anno della prima media fino a metà seconda media quando poi andai appunto a giocare tra i provinciali lilla con sede in via Lodi, nel campo storico dove iniziò l’avventura Lilla 120 anni fa. Giocai nell’Olimpia, le mie due magliette bianche con i numeri 8 e 19 le vorrei ancora nel mio cassetto, il ricordo più bello di quel momento di vita… Il mio allenatore era Giorgio Bonazza che col fratello Franco gestivano la società… Il ricordo più bello dei miei esordi da tifoso fu vedere il Palaborsani quasi pieno e sentire applausi e applausi, incitamenti veri, sport pulito sugli spalti, senza insulti biechi, senza eccessi squallidi… Mi sentivo in paradiso, che bello vivere lo sport in queste condizioni, vedevo sorrisi, tante persone che conoscevo, mi raccontarono di chi era il Pres, mi sembrava un dio in terra , capace di organizzare con passione il suo lavoro, le giovanili esistevano eccome, Olimpia e Legnano basket avevano unito le forze e una volta conquistato il posto ad un Palazzetto sui generis come il Palaborsani, sembrava per Legnano aver toccato il cielo con i 4 anni trascorsi in A2, (la serie B della pallacanestro). Poi la ‘tragedia’ sportiva di dover ‘vendere il titolo’ nel 2019 dopo averlo conquistato sul campo (A2 con le 5 finali contro Piacenza.) Lo sport che vende i suoi successi, che delusione, dopo ci è capitata la più grande presa per il culo della carcerazione nelle nostre case nel 2020, una tristissima esperienza di due anni di C fatti parzialmente e di nuovo comprando un titolo per la B ed ora siamo di nuovo in balia della paura di non aver più la possibilità di rimanerci. Nel frattempo la società con in testa il buon Tajana ha perso tanti pezzi preziosi al suo interno, parlo da osservatore, il palazzetto è diventato tendenzialmente un mini stadio dove i sorrisi si sono spenti, dove non si canta più e dove se si perde l’incazzatura è triste, dove i bravi supporter cantano e si squarciano la gola per colmare i silenzi , ma lo sport , intendo quello degli applausi per tutti, nel frattempo è andato in soffitta, un uomo solo al comando rispetto ad un gruppo di lavoro condiviso, da questi frutti qua, frutti che durano poco perchè lo sport supportato solo da sponsor che se non coprono il budget vai a gambe per aria, produce questi mostri sportivi. Lo so, è brutto fare un’analisi nuda e cruda così, ma è la realtà: se dovessimo contare chi paga il biglietto per sostenere la squadra, degli 800-1000 presenti ad ogni gara casalinga credo che baracca e burattini si chiuderebbe a breve, per avere una squadra di livello servono non solo le persone che mettono la propria goccia, ma anche un’infinito staff dove ciascuno fa la sua parte e in questo momento vedo molta confusione, conoscendo un po’ persone e personaggi, non serve un genio per capire. Poi, malgrado questo movimento di rinascita abbia quasi 20 anni (il Legnano Basket si da come anno di nascita il 1966) dalla ‘cantera’ dei giganti biancorossi, siamo allo stesso ZERO di quelli lilla, e allora mi chiedo: quale futuro per questi piccoli sognatori dai 6 ai 18 anni ? Su questo bisognerebbe aprire il dibattito degli addetti ai lavori, io faccio solo lo spettatore pagante, e mi piace farlo, quando lo spettacolo è decoroso, se Atene piange, Sparta non ride…