Quindi a 60 anni suonati, ho conosciuto la città di Napoli, ero curioso, si, per tanti anni in gioventù, l’idea di andarci mi faceva quasi ribrezzo, poi è arrivata l’occasione dopo aver sentito tante opinioni piene di entusiasmo per questo luogo pluri millenario che ha lasciato segni evidenti da chi ci è passato. Napoli capitale del Mediterraneo, Napoli capitale del Regno delle due Sicilie, Napoli che arrivò prima dei piemontesi su molte cose, Napoli umiliata anche dagli stessi napoletani che tanto la amano. Credo siano stati scritti fiumi di parole, poesie, canzoni su questo luogo stratificato prima dai Greci poi dai Romani, poi da tutti quelli che si sono susseguiti negli ultimi secoli fino ai giorni nostri: non abbiate paura di Napoli che come tutte le metropoli piene di gente (abitanti e turisti) ha i suoi problemi di convivenza civile e non può che essere così in una città dove palazzi lussuosi si accostano a costruzioni fatiscenti e luride… Una città dove ovunque ti giri c’è una chiesa e in 3 giorni non è che entri in tutte ste opere, ma anche piena di cose da mangiare, non sempre di buona qualità, una città dove in centro c’è un pascolo di esseri umani, di scolaresche, di lavoratori tutti muniti di sto cazzo di telefonino che distoglie il bello di sentirsi esseri umani in visita ad un luogo che merita di essere mangiato con gli occhi… Io ho praticamente girato solo il centro con migliaia e migliaia di passi, ma salendo a Castel sant’Elmo ti rendi conto della bellezza infinita della parte urbana e del suo golfo, addirittura sembra bello anche il porto nel suo apparente ordine… I libri ti dicono di visitare centinaia di luoghi tra musei, chiese, piazze, castelli e fontane, ma il turismo dove corri non fa per me, come non fa per me la confusione e la frenesia… Torno nella mia Legnano contento di aver scoperto tante cose positive in una città che ha la storia dentro e ti domandi i perchè di tutto ciò: ti chiedi perchè a Vienna o a Parigi ci sia un’armonia di un certo tipo mentre li passi dai vicoli sudici e tenuti vergognosamente alle splendide costruzioni maestose… Ho voluto scegliere quella foto in alto perchè Napoli è un po’ quella cosa li, quel monumento recente nella piazzetta della fermata metropolitana Materdei… L’uomo e quel pesce che gli oscura la vista, il pesce che per tanti napoletani rappresenta la sopravvivenza e l’orgoglio di avere un mare ed una terra con scorci meravigliosi, Napoli che vive sopra una bomba ad orologeria, ma se ne fotte, un cornetto in mano, ed una preghiera a san Gennaro e si va avanti con ottimismo… Il sud d’Italia è una risorsa per tutto, e noi ‘polentoni’ pensiamo che ‘la terronia’ sia tutto uno schifo… Prima che i massoni decidessero forzatamente di formare quella famosa Unità d’Italia, la, a Napoli come a Palermo, stavano meglio di noi, la terra dava frutti rigogliosi, gli artisti avevano già costruito un mondo, ma le ragioni di potere sfibrarono quelle popolazioni per restituircele piene di difetti, noi boccaloni, ci abbiamo sempre creduto, con quel clima e con quei luoghi, avremmo vissuto meglio anche noi, altro che rivoluzioni industriali nelle fabbriche in tuta blu… Napoli merita una visita nella vita, le città che hanno un contraddittorio sono ancora più belle della perfezione, un po’ come noi esseri umani: imperfetti per natura.