VOLEVO IL TEATRO BERNOCCHI !

A villa Jucker è stata inaugurata oggi  una bella mostra, visitabile fino a domenica 15 in cui si parla di ciò che succedeva 100 anni fa a Legnano, attraverso la retrospettiva dei giornali dell’epoca LA VOCE DI LEGNANO e del periodico futurista satirico LO SPECCHIO… Le ricerche d’archivio sono state curate dall’associazione De Gasperi con a capo un  appassionato  di storia locale che risponde al nome di Ivo Paiusco, bellissimo farsi raccontare da lui alcuni retroscena non scritti, si vede che la passione è dentro, ed è pure tanta… Andate a visitare con calma questi pannelli esposti, scritti bene, che trasudano di legnanesità pura. Ho estrapolato dalla mostra una robetta che a molti farà venire la pelle d’oca: alcuni legnanesi di cent’ann fa sono stati così COGLIOOOOONI da osteggiare un favoloso progetto che ci avrebbe regalato in via Alberto da Giussano un Teatro con la T maiuscola, una “Scala” milanese in miniatura, una bomboniera di cui avremmo goduto volentieri ancora adesso… Bernocchi sentendosi offeso dalla Città, voltò le spalle al “guerriero” e andò a Milano regalando loro “la triennale”… E vien da dire: tiè, alla facciazza nostra. In una città piena d’operai si diceva: cosa serve un teatro ? Danè trà via… L’ignoranza, brutta bestia…

Potevamo avere sta meraviglia, in quel luogo ora un anonimo palazzo anni 80, nemmeno troppo bello, sigh… Progetto approvato e applaudito dalle istituzioni, e alla fine non se ne fece nulla, se non critiche , critiche, invidie e un po’ di frizioni tra i vari ‘potenti dell’epoca’, in un periodo molto particolare cioè quello dell’inizio dell’era fascista con la nuova numerazione degli anni… Ricordate ?

Senza nulla togliere all’attuale Teatro Tirinnanzi nato pochi anni dopo su iniziativa di 3 imprenditori privati, questo certamente avrebbe avuto un peso specifico non indifferente, soprattutto dal punto di vista estetico, in una Legnano piena di muraglie che delimitavano gli sterminati opifici dell’epoca oramai quasi tutti (per fortuna) scomparsi…

Bernocchi l’eva nò un pirla, lo ha dimostrato con una visione avanti anni luce, un imprenditore illuminato che guadagnava tanti soldi ma viveva il suo territorio, la sua patria con uno spirito oramai sotterrato da metri di terra…Peccato, come peccato non avere nel nostro Cimitero il suo sepolcro ideato da Giannino Castiglioni, ci accontentiamo della sua villa di via Cavour divenuta Biblioteca e deposito reperti del Museo, ci accontentiamo delle scuole professionali, delle abitazioni sparse qua e la in città, dei contributi pensati per il vecchio ospedale e l’ospizio sant’Erasmo, tra pochi anni scomparirà anche l’area tra corso Garibaldi e il Sempione in abbandono da mezzo secolo e probabilmente, scompariremo anche noi… Grazie Antonio per averci regalato questo pezzo di storia !

 

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